Se le cose non vanno per il meglio, le vendite di rossetti volano alle stelle. Lipstick effect.
Uno dei parametri per misurare l’indice di serenità di un Paese è dato dalle vendite di rossetti, specie se costosi.
Internet ha dato a questa locuzione diverse spiegazioni, ma tutte generalmente raccontano un’idea simile: l’effetto rossetto è ormai considerato un indicatore economico.
Qualche anno fa, alcuni ricercatori hanno definito lipstick effect la dinamica per la quale i rossetti (beni di consumo tutt’altro che primari) hanno periodi di straordinarie vendite in concomitanza a fasi di recessione o crisi in generale.
Quando si verifica una recessione economica, i consumatori tendono ad acquistare piccole indulgenze come i rossetti, invece di grandi beni costosi come orologi, scarpe firmate, ecc.
Il concetto è stato coniato da Leonard A. Lauder nel 2001. Lauder ha scoperto che nonostante il declino generale della spesa dei consumatori, le vendite dei suoi rossetti sono aumentate. L’industria della bellezza, infatti, ha fatto eccezione in un periodo di recessione economica americana.
Anche se la teoria di Lauder era in gran parte basata sull’osservazione dei ricavi legati ai cosmetici della sua stessa azienda, è stata poi ampiamente citata da ricercatori e studiosi.
L’effetto rossetto non è un concetto scientificamente provato e supportato da esperimenti. Spiega però sorprendentemente i modelli di consumo in alcuni periodi di crisi significativi nella storia degli Stati Uniti, come la Grande Depressione, la Seconda Guerra Mondiale e il crollo del mercato azionario del 2008.